GEOTERMIA: QUALE FUTURO PER L’ITALIA?

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Si è concluso domenica 30 settembre 2012 a  Erice (Trapani), presso il Centro Studi “Ettore Majorana”, con una  tavola rotonda il corso internazionale dal titolo: “La comprensione dei sistemi geologici per l’energia geotermica”, organizzato da INGV, CNR e GFZ, con il patrocinio dal Ministero dello Sviluppo Economico,  di Ispra, Enea, Infn, Assocarboni e Fondazione Sviluppo Sostenibile. Il corso è stato diretto da Fedora Quattrocchi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Hanno preso parte all’evento, scienziati e studenti provenienti da molti paesi del mondo, che hanno presentato poster e pubblicazioni al riguardo (Nuova Zelanda, USA, UK, Francia, Germania, Olanda, Svizzera, Spagna, Portogallo, Iran, Marocco).

Lo scopo della tavola rotonda è stato quello di discutere con istituzioni internazionali e nazionali, ricerca, industria, le problematiche più attuali e critiche relative all’esplorazione e allo sviluppo della geotermia in Italia, con riferimento alle iniziative estere. Questi i temi principi del simposio scientifico:

Le filiere energetiche di uso del sottosuolo lavorino in sinergia e non in competizione: Durante la tavola rotonda, in linea con quanto emerso dal corso, la componente più strettamente scientifica ha sollecitato l’unione di intenti con le industrie appartenenti a filiere energetiche complementari (es. stoccaggi, idrocarburi, materie prime dal sottosuolo), al fine di mantenere livelli di ricerca che singolarmente non sarebbero sostenibili.

L’aspetto economico delle filiere energetiche in sinergia con la geotermia: Fedora Quattrocchi ha espresso il concetto della possibile riconversione delle miniere di carbone del Sulcis (Sardegna): «Nel caso del Sulcis, si potrebbe unire sia la geotermia, che la produzione di metano da carbone, e successivamente integrarsi con la filiera completa di CO2 Capture & Storage, qualora la produzione metanifera si dimostri interessante. Non si esclude – continua Quattrocchi –  uno sviluppo turistico anche attraverso lo sfruttamento delle terme nella zona di Sant’Antioco, in provincia di Carbonia Iglesias».

Dati su potenziale geotermico nazionale nelle sue varie categorie di utilizzo: «Molto interessante è stato il caso dello studio di catalogazione, da parte dell’INGV, delle risorse su piattaforma GIS  – Geographic Information System (Sistema Informativo Territoriale), focalizzato sulla Sicilia in-land, con una modellizzazione congiunta ed integrata dei fattori predisponenti ed i fattori di rischio».

A proposito dei temi riguardanti la sicurezza, gli scienziati hanno preso in considerazione problematiche come la fratturazione idraulica, nota anche come fraking con, eventualmente, casi sporadici di degassamento diffuso e sismicità indotta.

Quello che è emerso chiaramente nel corso dell’International School di Erice è la grande potenzialità che porta con sé la risorsa geotermica per il settore produttivo nazionale; di riflesso, per la società italiana. Produzione di energia elettrica, raffrescamento e riscaldamento, uso dell’energia termica nei processi industriali sono le più note applicazioni di un settore potenzialmente capace di contribuire anche all’industria del benessere, e quindi del turismo.

«L’INGV ritiene molto importante, per i prossimi anni muoversi nel settore delle ricerche in ambito  geotermico,  oltre che agli altri settori che sono di più usuale competenza dell’Ente. Il fine è quello di coordinarsi, in un confronto tra il mondo della ricerca e quello industriale-produttivo, con istituzioni chiamate sia a livello nazionale che regionale a  indicare quella strategia energetica per il territorio che tanto anima la discussione di settore in quest’ultimo periodo», conclude  a margine dell’incontro il presidente dell’INGV, Prof. Stefano Gresta.

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