MONDO ISLAMICO IN RIVOLTA, LA CONDANNA INTERNAZIONALE

Il mondo musulmano è in rivolta contro l’Occidente, il fuochi dell’ira divampano nel Nord Africa e nel Medioriente. Nella notte sono proseguiti gli scontri e le proteste, che non sono solo più in Libia ma si sono estese in numerosi Paesi vicini, dall’Egitto alla Tunisia, dal Libano al Sudan. Dalla comunità internazionale, intanto, arrivano pensanti condanne verso ciò che sta accedendo in più parti del mondo.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato gli attacchi contro le sedi consolari e il personale diplomatico degli stati membri ribadendo che tali atti «sono ingiustificabili a prescindere dalle loro motivazioni». L’Organizzazione ha anche invitato tutte le autorità a proteggere le Ambasciate pur continuando a rispettare pienamente i loro obblighi internazionali.

Il Papa, in visita in Libano, ha ribadito la necessità di portare parole di speranza e di pace in un momento così difficile, favorendo il dialogo interreligioso e convivenza pacifica tra musulmani, ebrei e cristiani.  Benedetto XVI ha avvertito che «il fondamentalismo è sempre una falsificazione delle religioni» e ha giudicato positivo grido di libertà della Primavera araba, dalla quale può scaturire un clima di tolleranza. Il Pontefice ha sottolineato che «Dio invita a creare pace nel mondo e compito delle fedi nel mondo è creare la pace. Nell’immagine degli altri rispettiamo l’immagine di Dio».

Anche dal premier Mario Monti e dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel sono arrivate parole di condanna per gli scontri in atto nel mondo araba, stando a quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi che riferisce di una telefonata tra i due leader europei. I due hanno «espresso una comune preoccupazione nei confronti della situazione in Medio Oriente, a seguito di recenti manifestazioni di violenza». Intanto, la La Farnesina ha avviato tutte le misure necessarie per la protezione sia del personale diplomatico che delle comunità italiane nei Paesi coinvolti in cui si sono verificati i recenti incidenti e scontri legati alle proteste contro un film considerato offensivo verso l’Islam.

Prese di mira le ambasciate e le sedi diplomatiche dei Paesi più rappresentativi dell’Occidente, dagli Stati Uniti alla Germania alla Gran Bretagna. Bandiere bruciate e violenti scontri con le forze dell’ordine un po’ ovunque, mentre cresce il bilancio delle vittime in numerose Nazioni interessate dagli scontri. Dimostrazioni anche in Marocco, Mauritania, Nigeria, Kenya, Iran, Bangladesh fino ad arrivare in Australia dove, a Sidney, sono scese in piazza oltre 500 persone. Gli Usa, intanto, stanno dispiegando forze militari in 17-18 luoghi in tutto il mondo islamico per assicurare i responsabili delle rivolte alla giustizia.

Piera Vincenti

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