L’ISOLA E LE ROSE

Il nuovo romanzo dell’ex segretario del Partito Democratico, L’isola e le rose (Rizzoli, pp. 250, euro 16,50) parte da una storia vera, quella dell’Inzulo de la Rozoj e sarà in libreria a partire dal 29 agosto. Negli anni Sessanta, al largo di Rimini, appena oltre il limite delle acque territoriali italiane, fu costruita una piattaforma di 400 metri quadrati che, il primo maggio 1968, si proclamò indipendente con il nome di Isola delle Rose: anzi, Insulo de la Rozoj, visto che la lingua ufficiale della micronazione era l’esperanto. Il nuovo romanzo di Walter Veltroni si ispira a quel fatto vero e dimenticato per raccontare il sogno di libertà di quattro amici riminesi, un po’ vitelloni e un po’ visionari, che per qualche mese riescono non solo a dare vita al nuovo Stato, ma anche ad aprire sulla piattaforma un bar ristorante e una radio libera (o meglio, pirata, come quella del film I Love Radio Rock). E un’utopia destinata a misurarsi con il mondo reale, ma che testimonia il valore dei sogni. Un viaggio nella memoria recente del Paese per “saltare fuori dal buio degli ultimi anni”, riscoprire vitalità e fondare un nuovo impegno civile. La trama de L’isola e le rose infatti è intrecciata intorno a quel patrimonio culturale che, se innescato, può diventare carburante per una rinascita del Paese, per ricreare un nuovo senso di comunità.

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